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Nei garden center il pet mostra un andamento piuttosto diversificato a seconda degli interessi dei singoli operatori ad investire sulle superfici destinate a questa tipologia di prodotti. Alberto Volpi, responsabile commerciale zoo garden Viridea e coordinatore commerciale Viridea/Garden team, afferma che “la crescita è praticamente nulla e si mantiene sui livelli massimi dello scorso anno. Il comparto, quindi, in generale tiene”. Sergio Raiteri, titolare del Centro Giardini Stupinigi (Nichelino – TO), conferma “la stabilità del mercato”. Per Paolo Grottini, titolare di Maxi Garden (Osimo – AN), “nel nostro garden center il pet è stabile o in leggera crescita come ci risulta il settore”. Anche Gianleo Pappalardo, titolare di La Moderna Agricoltura (Santa Venerina – CT) osserva che “il settore pet nel nostro garden center è in crescita perché l’animale da compagnia diventa sempre più parte integrante delle famiglie”.
Oscar Boella, contitolare di Rilate Verde (Chiusano d’Asti – AT) rileva invece che “malgrado le variazioni delle superfici di vendita, in questo periodo, purtroppo, si avverte un calo delle vendite”. Filippo Capovilla, amministratore di Casa del Giardino (Cassola – VI), spiega che “nella prima parte del 2013 il nostro reparto pet è stabile, se non leggermente in calo. Questa tendenza è dovuta al mancato traino del green per la crisi e per il negativo andamento climatico. Ciò ha influito in modo significativo su verde e decor. Al confronto, il pet ha tenuto nel cibo e nella cura dei piccoli animali, mentre è calato nell’accessoristica”.

Gli spazi del pet

Anche le dimensioni delle superfici destinate al pet sono variabili. Nel caso di Maxi Garden Grottini afferma che “il nostro spazio si aggira sui 150 metri quadri e non crediamo che sarà soggetto ad ampliamenti”. Raiteri dice che “le dimensioni dello spazio destinato al pet nel nostro garden center sono intorno ai 150 metri quadri e non è destinato a cambiamenti”. Boella spiega che “nella nostra struttura lo spazio è di circa 200 metri quadri, che vengono periodicamente rinnovati e modificati”.
Anche Alessandro Puccinelli, titolare di Mondo Verde (Taneto di Gattatico – RE), conferma che “seppur presente, il reparto pet all’interno del nostro punto vendita non è di rilevanza importante. È soprattutto destinato ai clienti di passaggio che ci visitano durante i weekend oppure particolari festività come Natale, quando vengono a trovarci circa 10 mila persone. Malgrado ciò, prevediamo un ampliamento importante con tanto di clinica veterinaria, toelettatura e reparto di acquariologia”. Nel caso di Viridea gli spazi sono decisamente differenti, perché Volpi spiega che “in generale, nel nostro caso si va dai 600 ai 1.000 metri quadri e tale superficie è normalmente stabile”.
Pappalardo dice che “nel nostro garden center abbiamo un capannone di circa 300 mq e per il momento non c’è in programma un ampliamento”. Capovilla spiega che “il nostro reparto pet occupa circa 400 mq, comprendendo il vivo (pesci, uccelli, roditori, rettili), l’accessoristica, la mangimistica ed i prodotti per la cura e pulizia di tutte le categorie di piccoli animali da compagnia, inclusi cane e gatto. La superficie del reparto pet è sostanzialmente stabile durante tutto l'anno. In base alla stagione può variare il carico di alcune categorie merceologiche rispetto ad altre”.

Il gioco dei margini

Per quanto riguarda le politiche sui margini si nota una strategia molto diversificata. Secondo Grottini “i margini sono accettabili grazie alla rotazione delle merci, che si mantiene costante tutto l’anno. In media, si aggirano intorno al 30%”. Boella conferma tale dato e specifica che “i margini sono variabili a seconda dei brand e dei prodotti”.
Pappalardo chiarisce che “i margini sono vari. Per quanto riguarda la mangimistica dipende dai marchi. Quelli più pubblicizzati e conosciuti offrono un margine basso (circa 30-35 %) ma si vendono “soli” mentre si può acquisire un buon margine (70-80%) su tanti altri mangimi meno pubblicizzati ma da spingere nella vendita. Gli accessori hanno invece un ottimo margine (80-90%). Infine, il settore dove si ha il miglior margine è quello dei servizi: nel caso della toelettatura si va ben oltre il 300% e fa da richiamo per la vendita di mangimi e accessori”.
Capovilla specifica che “la marginalità sui prodotti per animali è abbastanza buona con riferimento agli accessori, salvo alcune categorie di prodotti dove il mercato impone prezzi di vendita particolarmente aggressivi come gli acquari, le cucce, i parafarmaci e alcune altre. Invece diminuisce notevolmente sulla mangimistica, in particolare per cane e gatto e soprattutto sui formati di medie dimensioni”.
Anche Volpi distingue “le tipologie di articoli. Alcuni hanno margini alti, altri sono più bassi. In generale, comunque, si sono assottigliati a causa delle difficoltà economiche generali”. Raiteri ammette che “il pet non consente di ottenere buoni margini di guadagno”.

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