Il settore primario svolge un ruolo strategico per la stabilità del sistema economico indiano. Dati della Banca Mondiale indicano infatti che l’agricoltura produce il 17% del PIL nazionale e fornisce un sostentamento diretto al 60% degli oltre 1,4 miliardi di abitanti. L’adozione di moderne pratiche colturali, l’uso di fertilizzanti e di prodotti fitosanitari, oltreché di macchinari innovativi, hanno favorito la crescita del comparto, permettendo al Paese di raggiungere l’autosufficienza alimentare e diventare una delle “centrali agricole del mondo”. Oggi l’India è primo produttore mondiale di latte, di legumi e di spezie; il secondo di riso, grano, cotone e di canna da zucchero. Di questo si è parlato nel corso del convegno su “L’innovazione nel settore agromeccanico come chiave per un futuro sostenibile”, che si è tenuto nella giornata inaugurale di EIMA Agrimach, la rassegna internazionale delle tecnologie per l’agricoltura in svolgimento a Bangalore (Karnataka, India) fino al 3 marzo prossimo. L’incontro, che è stato moderato da Guna Nand Shukla, direttore della divisione Agricoltura e Risorse Naturali presso PwC India, e che ha visto la partecipazione di Ashok Anantharaman, Amministratore Delegato di ACE; Vincenzo Perrone, presidente Kholer Engines; Dinesh Chauhan, AD di AIP ICRISAT; di Carlo Linetti, presidente di AgriDigital; di Ajith D. Perera, presidente della Camera di Commercio e Industria dell’APTA; Chirag Reddy, ricercatore Fasal; Rajat Vasrdhan, cofondatore e AD di AgroNXT, ha affrontato la questione dello sviluppo sostenibile dell’agricoltura indiana. Come sottolineato da numerosi osservatori, il processo di crescita registrato dal settore primario del subcontinente non è stato privo di squilibri. Ancora oggi una parte consistente della popolazione - il 22% - ha difficoltà ad accedere alle risorse alimentari mentre la crescita dei redditi agricoli è stata insufficiente a colmare il gap con gli altri comparti produttivi. L’economia agricola dell’India deve inoltre fronteggiare problematiche ambientali connesse non soltanto allo sfruttamento di terreni e risorse idriche, ma anche agli eventi estremi, quali cicloni e ondate di calore, che sempre più spesso colpiscono il territorio. In questo contesto – hanno spiegato i relatori – l’impiego di macchinari innovativi ha un ruolo fondamentale per garantire la salubrità delle produzioni, razionalizzare l’impiego degli input, ridurre il consumo delle risorse naturali e preservare l’integrità dei terreni. Le moderne tecnologie applicate all’agricoltura, in particolare quelle digitali – è stato sottolineato nel corso del convegno – forniscono già oggi tutti gli strumenti necessari per una transizione dell’economia agricola indiana verso sistemi di coltivazione più produttivi, ecocompatibili e remunerativi.
Un aspetto fondamentale di questo processo è l’evoluzione motoristica, come evidenziato dal presidente di Kohler Engines Vincenzo Perrone nel proprio intervento. L’azienda Kohler – ha detto Perrone – si appresta a lanciare sul mercato indiano, dal gennaio 2026, un propulsore Stage V. L’azienda sta anche sviluppando motori a gasolio rinnovabile e ad idrogeno, che offriranno performance sempre migliori combinando potenza e sostenibilità.
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