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E’ necessaria una strategia nazionale per la lotta allo smog nelle città, un Piano di riforestazione urbano non è più rinviabile. Lo chiede a gran voce Aldo Alberto, presidente dell’associazione dei Florovivaisti Italiani, dopo il drammatico report della rivista scientifica inglese Lancet, secondo il quale l’Italia è il primo paese in Europa, e undicesimo nel mondo, per morti premature da esposizione alle polveri sottili.

“Deve essere riconosciuto il ruolo fondamentale del green nel mitigare gli effetti nocivi dello smog e migliorare la vivibilità dentro le mura cittadine –dichiara Alberto-, la letteratura scientifica internazionale è concorde nell’affermare l’importante funzione del verde nell’assorbimento della CO2, nella riduzione delle polveri sottili e la mitigazione dell’isola di calore urbana”.

Per l’associazione dei Florovivaisti Italiani occorre puntare sul ruolo degli alberi, che nelle città è determinante non soltanto per migliorare la qualità dell’aria, ma anche per lottare contro il climate change, cercando di centrare gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. I 30 milioni di euro del Dl clima per la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane sono un buon segnale ma questo è solo un primo passo perché le politiche ambientali diventino obiettivo prioritario e irrinunciabile delle azioni del Governo.

 “Siamo fiduciosi che l’attuale esecutivo, così sensibile ai temi ambientali, riconosca il ruolo fondamentale degli investimenti nel verde pubblico e metta a disposizione maggiori risorse per un Piano nazionale di piantumazione urbana. Parchi e foreste migliorano la qualità dell’atmosfera sia con riferimento alle caratteristiche fisiche (temperatura, umidità, ventosità) che a quelle chimiche (inquinanti e polveri sottili) –aggiunge il presidente dei Florovivaisti Italiani- oltre agli effetti benefici per la biodiversità, la riduzione dell’impatto acustico del traffico e il miglioramento dell’assetto idraulico, con la regolazione dei deflussi idrici in presenza di eventi atmosferici estremi, sempre più frequenti”.

Secondo le analisi scientifiche più accreditate, la presenza degli alberi riduce la concentrazione del PM atmosferico tra il 7% ed il 24% entro i 100 mt di distanza dalla pianta, e riduce (con un effetto economico di sistema, dal punto di vista del contenimento del fabbisogno energetico per famiglie e imprese) la temperatura atmosferica di 2-4 °F.

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