Nei primi nove mesi del 2024, i prodotti florovivaistici italiani hanno registrato una crescita delle esportazioni del 5% - oltre quota 1 miliardo di euro - e delle importazioni (+31,4%, a 618,5 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: ciò ha comportato una riduzione del saldo della bilancia commerciale del 20,3%, che pure rimane in campo positivo con un avanzo di circa 390,5 milioni di euro.
Francia, Paesi Bassi e Germania sono i principali acquirenti di prodotti italiani, mentre Paesi Bassi sono anche il principale fornitore per l’Italia, seguiti da Francia e Spagna.
Focus UE-27
I flussi commerciali globali di prodotti florovivaistici, da e verso l’Unione europea, hanno registrato un significativo trend di crescita nel periodo 2014-2023, con un aumento del 75,3% per le esportazioni e del 54,6% per le importazioni. In questa cornice, la bilancia commerciale è rimasta positiva, con un saldo di circa 4,7 miliardi, in crescita del 1% rispetto all’anno precedente.
I Paesi Bassi si confermano il principale esportatore di prodotti florovivaistici all’interno dell’Unione europea, con un valore delle esportazioni pari a 12 miliardi di euro, che rappresentano il 71,5% dell’export UE-27 nel 2023.
L’Italia si posiziona al secondo posto dell’export UE con 1,2 miliardi di euro (7,2%), seguita dalla Germania con 896,2 milioni di euro (5,4%).
Per quanto riguarda le importazioni, la Germania detiene il primato, con 2,8 miliardi di euro, pari al 23,1% dell’import di prodotti florovivaistici dell’UE-27 nel 2023.
Seguono i Paesi Bassi, con poco meno di 2,7 miliardi di euro (22,1%) e la Francia con 1,3 miliardi (10,6%). L’Italia si colloca al quarto posto.
I fiori recisi continuano a dominare il commercio florovivaistico europeo, rappresentando circa un terzo delle esportazioni e delle importazioni complessive.
Le piante in vaso, con esportazioni che hanno superato i 6 miliardi di euro sono la categoria in maggiore espansione, e rappresentano una porzione importante del commercio florovivaistico, con oltre un terzo dei flussi commerciali.
Il mercato vivaistico copre il 14% delle esportazioni - quasi 2,3 miliardi di euro, di cui circa la metà proviene dai Paesi Bassi (1,1 miliardi) e un quinto dall’Italia (470 milioni).
L’export delle foglie, nel 2023, si aggira attorno ai 500 milioni di euro.
Criticità del comparto
Se da un lato il florovivaismo si conferma un pilastro dell’agricoltura e dell’economia italiana, dall’altro deve fare i conti con una congiuntura internazionale sfavorevole e la necessità di fronteggiare gli sbalzi climatici (secondo il Rapporto, il 65% delle imprese è stato interessato, negli ultimi 3 anni, da eventi climatici quali alluvioni, grandinate, vento…): elementi di grande impatto per i costi di produzione e trasporto, con aumenti del +83% per l’energia, +45% per i fertilizzanti e +29% per sementi e piantine rispetto al 2020.
A questo si aggiunge il problema della concorrenza da parte delle importazioni a basso costo, spesso provenienti da Paesi che non rispettano gli stessi standard ambientali, sociali e fitosanitari italiani: il 75% delle aziende intervistate nel Rapporto è stato interessato, negli ultimi 3 anni, da una fitopatologia; la diffusione di nuove fitopatologie è un problema segnalato dal 36% delle aziende.