Abbiamo intervistato l'Amministratore Delegato di Compo Italia, dott. Sergio Armari, sull'emergenza COVID-19.
1- Come avete gestito l'emergenza Covid-19?
Dopo la paurosa escalation del virus a fine febbraio e la conseguente emergenza sanitaria, anche la nostra azienda COMPO si è rapidamente organizzata a livello internazionale e locale, con grande lucidità, per tre scopi primari: 1- la sicurezza dei nostri collaboratori, 2- il controllo del rischio finanziario, 3- l’informazione ai nostri clienti. Le consultazioni e riunioni on-line si sono rivelate uno strumento formidabile per poter tenere viva e operosa l’azienda, mantenere il senso di appartenenza e sicurezza dei collaboratori e proseguire la relazione con i partner esterni, per un prolungato periodo di tempo. Un’esperienza indimenticabile per tutti noi, direi. Per altri, purtroppo, anche molto dolorosa. Ma i collaboratori di COMPO Italia ne sono usciti indenni, continuando ad operare da casa e in fabbrica, salvo brevi periodi, in piena sicurezza. Questo per noi è stato il successo più grande.
2- Come descriverebbe lo scenario di mercato col quale vi state confrontando?
Assolutamente inedito e imprevedibile: si è passati in poche settimane da uno scenario drammatico e molto preoccupante per tutte le imprese commerciali e industriali (in Marzo) ad un incremento impetuoso della domanda, con una ripartenza anticipata e frenetica per l’orticoltura hobbistica (in Aprile) e quindi una crescita altrettanto travolgente dei consumi di tutte le categorie Home&Garden (in Maggio). Uno stop and go molto difficile da prevedere e soprattutto da gestire, sia per Vendite che per Supply Chain. Anche la crescita delle vendite a distanza (e-commerce o consegne a domicilio) ha caratterizzato fortemente la lunga fase di lockdown e ha rivelato consumi e potenzialità inattese per il nostro settore.
3- Dal punto di vista finanziario, un problema con cui prevedibilmente vi scontrerete, è la mancanza di liquidità?
Questo era un timore più che fondato all’inizio della crisi, dopodiché le diverse iniziative governative e soprattutto la forte ripresa del mercato hanno fortemente mitigato questo grave rischio. Restano da affrontare le normali difficoltà strutturali del comparto agri-garden, per specifici settori distributivi, non certo migliorate nello scenario post-CoViD.
4- In prospettiva, da qui a fine anno, quali sono le sue prospettive e recupererete parte del fatturato?
Fortunatamente il mercato agrochimico hobbistico sta recuperando i valori del 2019 (una stagione negativa) e in alcuni settori li supererà ampiamente, già entro la fine del primo semestre. COMPO sta realizzando anche quest’anno una crescita superiore al mercato ed è tornata in linea col budget.
6- Se siete legati a qualche associazione di categoria, cosa hanno fatto per questa emergenza?
Nel corso della crisi ha prevalso la necessità di una puntuale informazione e consulenza normativa alle aziende, che è stata perlopiù assolta in uno scenario complesso e a tratti molto confuso (ad es. sulla vendita di piante e concimi e sull’apertura dei Centri per il Giardinaggio durante il lockdown). Gli associati AIPSA, Agrofarma, Assofertilizzanti e Promogiardinaggio, ma anche altre entità pubbliche e private, hanno sempre comunicato in modo incoraggiante ad ogni livello, per sostenere l’attenzione sul settore delle piante e dei prodotti per la loro cura, nei limiti consentiti dalle ordinanze nazionali e locali.
L’amore per il verde e l’hobby del giardinaggio alla fine si sono rivelati ottimi passatempi individuali e familiari, durante il periodo di confinamento domestico, oltreché una utile compensazione fisica e psicologica, anche nei periodi più difficili della crisi. E questo fatto, oltre ad una primavera bellissima, ha prodotto gli effetti positivi sul mercato che oggi possiamo narrare. Per tutti noi è stata una esperienza molto difficile e impegnativa, ma anche interessante per la volontà di unire le nostre idee e le nostre forze per progetti comuni, sia all’interno delle singole aziende che negli ambiti associativi. In pratica, si è lavorato tantissimo, anche a casa e persino durante i riposi obbligati e il tempo libero, perché tutti desideravamo garantire una rapida ripartenza e un futuro sostenibile per le nostre aziende e il nostro settore. Non ci siamo mai scoraggiati, siamo sempre stati ottimisti anche quando abbiamo dovuto affrontare sacrifici collettivi. E se le cose poi sono andate così bene e così veloci in Italia, non è soltanto merito della fortuna, secondo me, ma anche della competenza e della passione di tante persone che amano il proprio lavoro e che hanno sentito come propria la missione di portare più natura, più sapore e più bellezza in ogni casa e in tutti gli orti e giardini d’Italia.
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